Il più celebre esempio di metasemantica, nell'accezione datale dal Maraini, è la sua poesia "Il Lonfo", nota anche per la recitazione che ne ha fatto Gigi Proietti.
Il Lonfo non vaterca né gluisce
e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce,
sdilenca un poco e gnagio s'archipatta.
È frusco il Lonfo! È pieno di lupigna
arrafferia malversa e sofolenta!
Se cionfi ti sbiduglia e ti arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.
Eppure il vecchio Lonfo ammargelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa legica busia, fa gisbuto;
e quasi quasi in segno di sberdazzi
gli affarferesti un gniffo. Ma lui, zuto
t' alloppa, ti sbernecchia; e tu l'accazzi.
https://www.youtube.com/watch?v=62l8A_kCNwA
Altri esempi sono contenuti nella raccolta di poesie "Gnòsi delle fànfole".
Gli artisti Stefano Bollani e Massimo Altomare nel novembre 1998 hanno pubblicato l'album "Gnòsi delle fànfole", ispirato dall'omonima raccolta di poesie di Fosco Maraini.
Un esempio di canzone eseguita dai due artisti nel link che segue relativa alla poesia "E gnacche alla formica"
https://www.youtube.com/watch?v=uTo_ePrKHus
Io t’amo o pia cicala e un trillargento
ci spàffera nel cuor la tua canzona.
Canta cicala frìnfera nel vento:
E gnacche alla formica ammucchiarona!
Che vuole la formica con quell’umbe
da mòghera burbiosa? È vero, arzìa
per tutto il giorno, e tràmiga e cucumbe
col capo chino in mogna micrargìa.
Verrà l’inverno, sì, verrà il mordese
verranno tante gosce aggramerine,
ma intanto il sole schicchera giglese
e sgnèllida tra cròndale velvine.
Canta cicala, càntera in manfrore,
il mezzogiorno zàmpiga e leona.
Canta cicala in zìlleri d’amore:
E gnacche alla formica ammucchiarona.
"Gnòsi delle Fànfole", Fosco Maraini
copertina album "Gnosi delle Fànfole", Altomare, Bollani
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