sabato 2 dicembre 2017

Utilizzatori di ieri, di oggi, di domani

Per parlare circa gli utilizzatori della lingua artificiale è doveroso guardare il passato e il presente per  menzione il futuro stesso del linguaggio, si stanno infatti estinguendo centinaia di lingue locali e ,nel frattempo, la lingua sta per diventare la principale interfaccia artificiale nella comunicazione tra l'uomo e la macchina e tra gli uomini stessi mediante i traduttori automatici.


I linguaggi naturali subiscono mutazioni profonde sotto l'impatto delle telecomunicazioni, le lingue infatti si mescolano e si scambiano espressioni e termini. Nei prossimi decenni si prevede una forte riduzione del numero e della diffusione delle lingue minori, e quindi dei loro utilizzatori, a vantaggio di quelle più potenti che riescono ad imporsi, essendo più dotate di strumenti di telediffusione.


Storicamente si sono succeduti grandi imperi linguistici: dal latino dell'impero romano, sopravvissuto nella religione e nella cultura per molti secoli, all'arabo o all'inglese coloniale.
Resta difficile stabilire cosa accadrà al linguaggio del World Wide Web in futuro, quando, secondo previsioni, la maggior parte degli utenti non sarà più anglofona. Esistono anche sostenitori della lingua inglese che ritengono che sia esso stesso il linguaggio destinato a diventare l'unica lingua universale, ma che tuttavia è destinato a subire trasformazioni indotte dalla diffusione globale e dall'impatto tecnologico, ad esempio uno dei fattori critici sta nella distanza tra la pronuncia orale e la scrittura.
I prossimi linguaggi globali non potranno prescindere dal rapporto con la tecnologia; in realtà anche in passato il successo delle lingue globali è stato legato alla tecnica: solo l'efficacia dell'alfabeto latino ha permesso alla lingua latina di diffondersi e di restare codice ufficiale della cultura per secoli. Analoga è la valutazione per la tecnica araba di numerazione.

Nel mondo dei computer il linguaggio si comporta in modo diverso rispetto all'ordinaria comunicazione umana, infatti la comunicazione uomo-macchina utilizza varie risorse espressive, dai linguaggi di programmazione alle metafore iconiche.
I termini utilizzati dall'informatica sono propri del vocabolario inglese, ma la grammatica è semplificata. La grammatica artificiale elimina gli elementi accessori, come gli articoli, a meno che non abbiano una funzione logica determinante. Il ruolo dei termini deriva in primo luogo dalla posizione, tenendo conto che si tratta quasi sempre di frasi di tipo imperativo.
I linguaggi correnti dell'informatica sono già molto simili a un inglese semplificato, un inglese "sine flexione"



Nella storia dell'uomo sono tanti i casi di linguaggi che da naturali diventano in un certo senso artificiali, basti pensare al latino che da lingua viva al tempo dei romani è diventata una lingua morta ma funzionale per la cultura scientifica e filosofica del medioevo.


Alla fine del secolo scorso alcuni logici, tra i quali Peano, avanzavano l'ipotesi dell'interlingua, ritenendo utile per la comunità scientifica internazionale adottare un linguaggio comune universale, al posto delle lingue nazionali correnti.
Veniva proposto il latino sine flexione, ovvero una versione semplificata del latino.
L'ipotesi era ispirata anche alla lingua artificiale di Leibniz.
Con l'avvento dei computer oggi i linguaggi artificiali sono utilizzati da masse sempre crescenti di utilizzatori di computer. Diventa quindi sempre più urgente l'elaborazione di un linguaggio artificiale universale per una comunicazione all'interno di reti telematiche internazionali.
 

sulla sinistra Giovanni Peano, sulla destra Gottfried Wilhelm von Leibniz

Tra gli utilizzatori non possono non essere citati coloro che si dedicano allo studio di lingue artificiali internazionali quali l'Esperanto piuttosto che il volapük.
Elaborare una fonetica standard è stato ciò che ha fatto Zamenhof, nella creazione dell'Esperanto, linguaggio universale artificiale. Il linguista polacco propone il modello dell'italiano, infatti tra le lettere e i suoni dovrà esserci una corrispondenza stretta, un solo modo di pronunciare (evitare quindi ciò che accade in inglese con la pronuncia delle vocali). Zamenhof crede fortemente in una fonetica standard.
 Anche quando si parlerà con in computer, a livello internazionale, sarebbe molto comodo disporre di regole internazionali per la pronuncia delle lettere, creare cioè uno standard fonetico internazionale.


In ultima analisi, per affrontare le pressioni della globalizzazione tecnologia e fare chiarezza sul ruolo dell'evoluzione del linguaggio nel XXI secolo e sui futuri utilizzatori, potrebbe risultare conveniente entrare nel campo letterario e osservare l'evoluzione del linguaggio, specialmente nello scorso secolo.

Dante stesso insegna che il ruolo degli scrittori nel forgiare le lingue è fondamentale.
Lo scrittore irlandese Joyce, nelle sue ultime opere mescola parole ed espressioni di tutto il mondo, le sue parole sono infatti "parole-mondo", termini nei quali risuonano radici, elementi ed echi di tutte le lingue. Con ciò si evidenzia una delle tendenze della comunicazione moderna: il mescolarsi delle parole che crea dialetti ibridi.
Secondo Mc Luhan l'occidente alfabeta sarà invaso e sommerso da una era "orale e tribale", in cui le lingue si mescoleranno e si confonderanno continuamente.
Freud parla di "chimica sillabica", ritiene infatti che nell'inconscio i termini si fondono per dare vita ad aggregati più ricchi di significato.
Il linguaggio diventa una materia plasmabile come le "parole in libertà" dei futuristi. Leggendo i manifesti di Filippo Tommaso Marinetti si trovano numerosi elementi di interesse attuale e in particolare informatico, basti pensare all'abolizione della sintassi o alla fusione delle parole e delle lettere con segni e immagini.

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